A volte gli smartphone in vendita sulle diverse piattaforme di oggetti usati e annunci economici hanno prezzi davvero allettanti. Tuttavia, l’acquisto a scatola chiusa comporta sempre un minimo di rischio. Un paio di riflessioni sarebbero doverose non solo perché lo smartphone potrebbe essere difettoso, ma anche perché potrebbe essere stato rubato. Se è vero che dovremmo iniziare a nutrire qualche sospetto soprattutto quando il venditore è un privato e non può o non vuole fornirci alcun documento, una certa percentuale di rischio rimane anche quando decidiamo di affidarci a un negozio vero e proprio.
A cosa prestare attenzione in fase di acquisto
Innanzitutto all’elemento più evidente: il prezzo. Se il prezzo di vendita attuale di uno smartphone di marca è di oltre 1.000 euro, quello in vendita sul portale degli annunci economici a soli 300 euro è molto probabilmente falso, difettoso o rubato. Gli importatori dalla Cina offrono sempre più spesso varianti degli ultimi dispositivi Apple o Samsung che sembrano perfettamente originali. Ma appena li abbiamo tra le mani ci accorgiamo che somigliano agli originali solo dal punto di vista estetico. Per il resto, nella migliore delle ipotesi sono piuttosto inadeguati, nella peggiore possono addirittura contenere malware.
Il secondo elemento importante sono i documenti. Di norma, a meno che il cellulare non sia vecchissimo, insieme al dispositivo qualunque rivenditore corretto e rispettabile fornisce anche la scatola, il cavo di ricarica e, quanto meno su richiesta, una fattura. Se questi non sono disponibili, dovreste iniziare a nutrire qualche sospetto e fareste meglio a non cedere alla tentazione di acquistare il dispositivo neppure se il venditore si giustifica dicendo di averlo ricevuto in regalo.
La cosa migliore è senza dubbio quella di incontrarsi direttamente con il venditore e provare il dispositivo prima dell’acquisto. Se funziona senza problemi e accetta la propria scheda SIM, il rischio di un acquisto sbagliato è quanto meno inferiore.
Il codice IMEI
Tutti gli smartphone o i tablet dispongono di un proprio codice di identificazione chiamato IMEI (International Mobile Station Equipment Identity) tramite il quale è possibile risalire esattamente al dispositivo. Pertanto, in caso di furto è assolutamente necessario comunicare tale codice alla polizia. Ad ogni sequestro o ritrovamento di un dispositivo, questo viene immediatamente confrontato con i codici IMEI denunciati. Purtroppo non esiste ancora nessuna banca dati dove l’acquirente possa verificare direttamente il codice IMEI. Ciò nonostante, al momento dell’acquisto è necessario accertarsi che venga fornito anche tale codice. Oggi molti produttori di smartphone offrono la possibilità di denunciare il furto del dispositivo e cancellare tutto il suo contenuto da remoto. Nello specifico, se qualcuno cerca di rimetterlo in funzione, il sistema confronta il codice IMEI e paralizza l’intero cellulare rendendolo un oggetto completamente inservibile.
Le conseguenze giuridiche
Chi acquista uno smartphone rubato consapevolmente, si rende colpevole di ricettazione. In questo caso si profilano pene pecuniarie considerevoli.
Ma anche chi non ne è consapevole può andare incontro a conseguenze spiacevoli. La polizia potrebbe improvvisamente suonare alla porta e sequestrare lo smartphone. In questa eventualità i più fortunati sono coloro che hanno effettuato l’acquisto presso un rivenditore fidato come Rebuy o momox. In questi casi, infatti, è semplice convincere le autorità che in qualità di acquirente non si sospettava neppure lontanamente che si trattasse di merce rubata. Di norma tali aziende sono anche condiscendenti riguardo alla restituzione del prezzo d’acquisto.
Ma quando il rivenditore è un privato, le cose cambiano. Se si dovesse scoprire che un dispositivo è stato rubato e successivamente venduto, si può recedere dall’acquisto, ma ottenere indietro il denaro pagato è piuttosto complicato. I venditori di tali merci spariscono rapidamente dalla circolazione e reperirli diventa quasi impossibile.
La situazione è ancora più problematica quando si acquista inconsapevolmente un dispositivo rubato e lo si rivende. In questo caso ci si rende punibili in prima persona. Dimostrare di essere stati all’oscuro del furto è d’obbligo, ma diventa considerevolmente più difficile. Naturalmente l’acquirente pretenderà indietro il proprio denaro. A questo si aggiungono le eventuali spese legali. Tutto questo si può evitare solo riuscendo a dimostrare di aver acquistato il dispositivo a propria volta. Se effettuate l’acquisto via Internet, quindi, conservate tutti i documenti importanti, come fatture, comunicazioni e email. Se invece lo effettuate in contanti, fotografate la carta d’identità del venditore e fatevi quietanzare il ricevimento del denaro. In caso di emergenza tutto questo può rivelarsi molto utile ed essere utilizzato come prova.
Quando acquistate uno smartphone tenete gli occhi bene aperti e, al minimo dubbio, non cedete alla tentazione di cogliere l’offerta, per quanto ottima possa sembrare. Spesso alla base del prezzo basso c’è un motivo valido, e non è detto che sia sempre “solo” un difetto.
Quali domande porsi quando si acquista un cellulare
- Il prezzo è proporzionato al dispositivo, alle sue condizioni e al suo prezzo da nuovo?
- Sono disponibili documenti quali la fattura, il manuale e la scatola?
- Il dispositivo viene fornito insieme agli accessori, come il cavo di ricarica originale?
- Il rivenditore accetta unicamente pagamenti in contanti e si rifiuta di mostrare un documento d’identità e di quietanzare il ricevimento del denaro?
Rispettando queste regole ridurrete al minimo il rischio di acquistare uno smartphone rubato.
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