La Talpa è un famoso romanzo di John le Carré sullo spionaggio della vecchia scuola, che vede il protagonista, il tarchiato e calvo George Smiley, a caccia di una talpa sovietica. Il romanzo però è datato, legato all’epoca della Guerra Fredda, quando i computer erano rari e di certo non portatili. Se dovesse essere riscritto e ambientato nell’era della criminalità informatica, il titolo potrebbe diventare La cyber-talpa spia la sua dolce metà.
Benvenuti nella terza ondata di cyber-criminalità
Si potrebbe suddividere la criminalità informatica in tre ondate. Bande di hacker come ChronoPay hanno costituito la prima grande ondata, con lo spamming di prodotti farmaceutici. A ciò hanno fatto seguito attività come quella del (presunto) gruppo nordcoreano Lazarus e del worm statunitense/israeliano Stuxnet, il cui obiettivo era rubare informazioni e distruggere infrastrutture. E ora stiamo cominciando a vedere la terza ondata: persone che usano in modo improprio i dispositivi intelligenti di casa per molestare i propri partner.
È ora di farsi furbi
Questa terza ondata si presenta perché c’è una marea di dispositivi intelligenti che invade le nostre case. L’elenco include di tutto: termostati, serrature, luci, impianti stereo, strumenti per il fitness e TV. Questi dispositivi vengono di solito lanciati sul mercato come qualcosa che rende la vita più facile e più comoda. Indipendentemente dal tipo di apparecchio, questa funzionalità di solito si riduce a due aspetti: il monitoraggio dell’individuo e l’accesso remoto (tramite smartphone). E, in entrambi i casi, questi tipi di potere possono essere facilmente utilizzati per molestare un partner.
Comando e controllo
La distinzione tra monitoraggio e sorveglianza è fondamentalmente di significato, ma la seconda opzione sembra più invadente. Anche se l’uso di dispositivi intelligenti per arrecare molestie in questo modo può sembrare una novità, in realtà si inserisce in un modello secolare di controllo all’interno di relazioni abusive. “La violenza domestica è in gran parte una questione di controllo che viene esercitato: la gente pensa alla violenza fisica, ma c’è anche la violenza emotiva”, ha dichiarato Zach Perron, un capitano della polizia di Palo Alto. I dispositivi intelligenti consentono all’amministratore di rete non solo di seguire le attività che si svolgono in casa, ma anche di controllare l’ambiente domestico e manipolarlo modificandone la temperatura, facendo suonare a tutto volume musica indesiderata e persino, dov’è possibile, cambiando la combinazione alla serratura della porta. Cos’altro potrebbe volere un uomo con cattive intenzioni?
Qual è il divario digitale di genere in una casa intelligente?
Esistono numerosi studi sul divario digitale di genere, che mostrano che l’accesso a Internet è più diffuso tra gli uomini rispetto alle donne. Molto meno si parla invece del divario digitale di genere all’interno della casa in tema di acquisto e gestione dei dispositivi. Al momento, si ritiene che siano gli uomini i principali incaricati di acquistare e installare nuove tecnologie come i dispositivi intelligenti. Questo divario di conoscenza su quali tecnologie sono presenti in casa e su come controllarle non fa che peggiorare la situazione.
I rimedi giuridici sono limitati
L’American Bar Journal, la pubblicazione dell’Ordine americano degli avvocati, ha inviato ai suoi membri un frammento dell’articolo sugli aspetti giuridici dei dispositivi intelligenti. Ci si può quindi aspettare che in futuro gli avvocati includano questi apparecchi nelle condizioni relative al divieto di contatto contenute negli ordini restrittivi. Inoltre, hanno sottolineato che l’uso improprio di una fotocamera per scattare foto potrebbe violare alcune delle nuove leggi anti-revenge porn. Questo è un esempio di come i rimedi giuridici cercano di adeguarsi alla realtà in evoluzione.
Resettate il dispositivo se non riuscite a resettare la relazione
Gran parte delle molestie menzionate sono avvenute durante le fasi finali di una relazione, non dopo. Per questo motivo, hanno sottolineato gli esperti, è più difficile che la vittima elimini il dispositivo o lo resetti. Ma quando il rapporto problematico finisce, finisce anche il tempo dell’accettazione passiva. Il primo piccolo ma essenziale passo è quello di cambiare la password sulla propria rete Wi-Fi domestica.