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Italia nel 2020: 10 notizie allarmanti di sicurezza informatica che dovresti sapere

Il 2020 è stato un anno davvero particolare, un anno all’insegna dei cambiamenti forzati, della digitalizzazione affrettata, un anno in cui siamo stati online più che prima. È stato anche l’anno in cui i criminali informatici hanno provato ad approfittare di noi come mai fino ad ora. Il numero delle email di tipo spam ha raggiunto quote allarmanti, i tentativi di frode e phishing sono aumentati notevolmente. A tutto questo si aggiungono anche le minacce di tipo randsomware, la pubblicità aggressiva e una lunga serie di app maliziose create per spiare il nostro telefono cellulare.

Per avere una panoramica più chiara dell’anno che sta per finire, abbiamo raccolto per voi una serie di statistiche e notizie del 2020 relative al mondo dell’online e alla sicurezza informatica in Italia:

1. 58 milioni di lavoratori in Smart Working nel momento di punta della pandemia

Circa un terzo dei dipendenti italiani è passato al lavoro da remoto, secondo uno studio realizzato dalla School of Management del Politecnico di Torino. Un grande salto se consideriamo che l’anno scorso erano soltanto 570 mila i lavoratori che avevano adottato la modalità dello smart working. I cosiddetti rientri in ufficio annunciati nella seconda metà di quest’anno non hanno cambiato in modo significativo quella che sembrerebbe essere la nuova normalità del mondo lavorativo. Difatti, a settembre, 5.06 milioni di italiani lavoravano ancora da remoto.

2. 23,3% di reati in più sul web nei primi sei mesi dell’anno

Il lockdown, lo smart working ma anche la didattica a distanza hanno contribuito a spostare una parte delle attività delittuose nel mondo online. Nei primi sei mesi dell’anno, la Polizia criminale, ha registrato in media 52 denunce al giorno per crimini informatici (furti di identità, clonazione di carte di credito e altri reati) e ben 589 truffe e frodi informatiche denunciate in media ogni giorno in tutta Italia.

3. 28 grandi e medie imprese italiane frodate attraverso campagne di phishing mirato

La diffusione dell’epidemia da Covid-19 ha influito senz’altro sulla quantità dei fenomeni legati al cybercrimine, specialmente sul crimine di tipo economico e finanziario. Secondo i dati della Polizia Postale, oltre ai casi minori, nella prima metà dell’anno sono state frodate 28 grandi e medie imprese italiane, mentre i profitti illeciti ammontano a quasi 24 milioni di euro.

4. 1,6 campagne di phishing bancario al giorno nei primi 9 mesi del 2020

Gli attacchi alle istituzioni bancarie e finanziare italiane hanno mirato al furto di credenziali di accesso, PIN o dati personali degli utenti che potevano facilitare gli accessi fraudolenti. In Italia, nei primi 9 mesi dell’anno sono state osservate circa 1,6 nuove campagne di phishing al giorno con una tendenza di crescita nell’ultimo periodo analizzato.

5. Il 60% dei dispositivi mobili utilizzati dagli italiani accede a dati sensibili, personali o aziendali

Su una popolazione di circa 59 milioni di persone, in Italia sono presenti oltre 36 milioni di smartphone. Il 60% dei dispositivi che sfrutta o conserva dati personali o sensibili (ma anche dati aziendali o bancari) è di tipo mobile. Secondo i ricercatori il principale vettore utilizzato dai cyber criminali per sferrare attacchi informatici sono proprio le mobile app.

6. 179 casi di cyberbullismo nel primo semestre del 2020

Durante l’isolamento sono aumentate le ore trascorse davanti a computer, tablet e smartphone e di conseguenza anche i rischi di un utilizzo imprudente e non controllato di piattaforme di messaggistica, siti di gaming e soprattutto social network. Per quanto riguarda il cyberbullismo, ovvero la manifestazione in rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo, nel primo semestre del 2020, in Italia, la polizia ha riscontrato 179 casi e indagato 49 minorenni.

7. Il 45% degli attacchi sferrati faceva leva su malware.

Nel primo semestre dell’anno, il 45% delle tecniche di attacco utilizzate dai cybercriminali è stato rappresentato dai malware. Le tecniche di phishing e social engineering hanno riscontrato una crescita del 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e sono state utilizzate nel 20% degli attacchi.

8. Il 14% dei grandi attacchi informatici è stato direttamente collegato al tema del Covid-19

La pandemia da SARS-CoV-2 continua ad avere un impatto significativo non solo a livello sanitario e sociale, ma anche in ambito economico e lavorativo. Inevitabilmente l’argomento è stato sfruttato anche da vari attori ostili come supporto delle proprie operazioni criminali. Degli 850 attacchi gravi registrati nel primo semestre del 2020, il 14% (ovvero 119) è stato classificato dai ricercatori come direttamente correlato al tema del Covid-19.

9. Oltre il 40% delle campagne di phishing ha sfruttato il tema Covid-19

Tra febbraio e giugno, più del 40% degli attacchi che ha utilizzato la tecnica del phishing è stato a tema Covid e ha sfruttato il quadro globale di incertezza e sensibilità creato intorno alla pandemia e al lockdown.

10. Il 76% degli attacchi informatici utilizzava tecniche meno complesse e già note

L’analisi degli attacchi informatici del primo semestre di quest’anno ha rilevato che nel 76% dei casi si è trattato di metodi meno sofisticati del tipo DdoS, vulnerabilità dei sistemi già note, malware e phishing. La tendenza è simile a quella delineata negli ultimi anni e indica che i cybercriminali continuano a raggiungere i loro obiettivi realizzando attacchi in modo semplice e senza dover ricorrere a costi elevati.

Fonti: Rapporto CLUSIT, Il Sole 24ORE e la Repubblica

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