Con l’avvicinarsi dei saldi online di fine novembre aumenta anche la nostra propensione al consumo e agli acquisti su Internet. L’evento di matrice americana dedicato allo shopping si è diffuso infatti rapidamente in tutto il mondo, trasformandosi in una vera e propria giornata di festa.
Che si tratti di un grosso business, lo confermano le cifre: soltanto l’anno scorso, le persone che hanno deciso di fare acquisti su Internet durante il weekend dedicato agli sconti sono state più di 93 milioni, mentre i guadagni hanno superato la soglia record di 7,4 miliardi di dollari.
Il 2020 però non si annuncia uguale agli altri anni. Questo perché la pandemia da COVID-19 e il conseguente periodo di lockdown hanno accelerato la diffusione dell’e-commerce e costretto le persone a utilizzare di più i loro dispositivi per fare acquisti online, abituandole così al nuovo modo di fare shopping.
Tenendo conto di questo aspetto, non bisogna di certo essere il commissario Montalbano della sicurezza digitale per capire che gli hacker e i truffatori coglieranno l’occasione per trarre in inganno gli acquirenti meno attenti. A prescindere dall’esca o dal canale utilizzato, il loro obiettivo resterà sempre lo stesso: rubare i soldi o i dati personali delle loro vittime, oppure comprometterne i dispositivi.
Ecco le truffe online più diffuse durante il periodo dei saldi di fine novembre:
False promozioni, problemi di consegna e altre email di phishing
Molte truffe online tipiche di questo periodo dell’anno iniziano con un’email di phishing che finge di provenire da un marchio famoso. Spesso, i messaggi apparentemente innocui nascondono dei raggiri ben congegnati. Le finte email possono chiedere informazioni aggiuntive su presunti ordini e invitare gli utenti ad autenticarsi su siti dannosi, molto simili a quelli di acquisti online. Altre volte contengono allegati descritti come fatture, coupon o buoni sconto, ma in realtà non sono altro che malware e virus. Secondo gli studi, il periodo più critico per la sicurezza digitale sarebbe proprio in occasione dei saldi di fine novembre, quando gli attacchi di phishing raddoppiano.
Siti fraudolenti creati per imbrogliare
Da un’email che propone offerte irresistibili in occasione del venerdì nero di sconti si può approdare su un sito web fasullo creato da hacker per rubare informazioni personali o dati bancari. Non mancano neanche le trappole dei finti negozi online che, una volta ricevuto il pagamento, non mandano mai i prodotti acquistati agli utenti. Spesso questi siti copiano in modo molto fedele le popolari piattaforme di e-commerce e dopo la febbre dei saldi chiudono baracca e burattini, facendo sparire le tracce.
Gli hashtag, il nuovo strumento delle truffe online
I truffatori vanno di pari passo con le tendenze del mondo virtuale e sfruttano tutti i canali a disposizione per colpire le persone a caccia di sconti e occasioni imperdibili. Le trappole non iniziano solo dai banner fastidiosi, su cui spesso si clicca involontariamente, o dalle email di phishing, ma possono già da tempo muoversi tra i social media. Per aumentare la visibilità, i truffatori condividono messaggi allettanti e usano hashtag come #giveaway, #superfriday, #saldi che facilitano la loro ricerca all’interno dei canali social. Inoltre, in base agli algoritmi della piattaforma, è più probabile che un post contenente hashtag rilevanti compaia nel feed di utenti in preda alla febbre da shopping: sono proprio queste, infatti, le vittime predilette dai truffatori durante questo periodo. Allo stesso modo, i malintenzionati possono far leva su account falsi per taggarvi nei loro post contenenti link malevoli, condividere o ritwittare i messaggi di truffa, rendendoli più credibili.
Spesso, il desiderio di trovare un affarone offusca la capacità di distinguere un’offerta davvero vantaggiosa da un raggiro, specialmente sotto forma di sconto o di validità solo per un periodo di tempo limitato. Quindi, in occasione dei saldi online imminenti, tenete presente che non è tutto oro quel che luccica e analizzate attentamente qualsiasi promozione. In fin dei conti, incappare in una fregatura non è certo un buon affare.